Storia della F1 – Grandi progettisti – Carlo Chiti

di Piero Giuseppe Goletto

Carlo Chiti nasce a Pistoia nel 1924 e si laurea all’Università di Pisa. Nel 1952 entra in Alfa Romeo – Reparto corse. Da qui nel 1957 entra in Ferrari e progetta la 156 F1. Motore 1.500 cc a 6 cilindri a V di 120°, in posizione posteriore (per la prima volta) è derivata dalla F2 dell’anno prima.

La nuova 156 F1, era mossa da un propulsore Dino V6 1.5 da 185 cv alimentato da 3 carburatori e da un cambio manuale a cinque rapporti.

Rispetto alla F1 del 1960 il baricentro è abbassato e il muso “a squalo” è più affusolato; questa vettura vincerà 5 volte (tre con Phil Hill, una ciascuno con Wolfgang Von Trips e Giancarlo Baghetti) su otto Gran Premi disputati. Phil Hill si gioca il titolo a Monza, dove la vettura di Von Trips, suo compagno di squadra, vola fuori pista. Nella tragedia muoiono 13 spettatori.

La 156 era stata studiata in una galleria del vento costruita dall’Ing. Chiti a Maranello e il suo musetto era frutto di uno studio aerodinamico molto approfondito per i tempi.

Carlo Chiti lascia la Ferrari alla fine del 1961 quando per divergenze con Ferrari tenterà l’avventura della ATS con una sua monoposto di F1. Il suo posto verrà preso da un certo Mauro Forghieri.

Fallita l’avventura della ATS tornerà all’Alfa Romeo dove assumerà il ruolo di Direttore Generale dell’Autodelta e si occuperà soprattutto del Mondiale Marche, specialità in cui l’Alfa vincerà i titoli del 1975 e 1977.

A seguito di questi ottimi risultati, l’Alfa Romeo rientrerà come costruttore di motori in Formula 1 con alti e bassi. Chiti sarà poi uno dei fondatori della Motori Moderni, che collaborerà con la Minardi in F1.