Storia della F1: uno sguardo alla regia internazionale

di Piero Giuseppe Goletto

Fino alla fine degli anni 60 le vetture di F1 correvano coi colori nazionali: le vetture italiane erano rosse; quelle francesi erano azzurre; le vetture inglesi verdi; le vetture tedesche grigio argento. Dal 1968 – 1969 la FIA ritira il proprio contributo economico. Nel frattempo verso la F1 cresceva l’interesse del pubblico.

Certo, le riprese non erano paragonabili a quelle di oggi. La RAI inizia stabilmente a trasmettere i Gran Premi nel 1968 con Piero Casucci e poi con Mario Poltronieri. Gli esordi della F1 in televisione erano basati su riprese in campo lungo, e solo successivamente vengono introdotte telecamere sempre più potenti e posizionate in modi anche “originali”: dirigibili, elicotteri, posizioni sopraelevate presso i box.

Fino ai primi anni Novanta, la produzione video era affidata alle singole emittenti nazionali.

Adesso tutte le stazioni televisive che hanno acquisito i diritti della Formula 1 usufruiscono delle riprese in esclusiva mondiale prodotte dalla Formula One Management.

La RAI si distinse particolarmente nella trasmissione di questo tipo di eventi, grazie alle capacità del regista Giancarlo Tomassetti. Chi scrive considera Giancarlo Tomassetti e Popi Bonnici, che curò la regia dei Gran Premi di F1 nell’era Fininvest, dei capiscuola della regia televisiva di questo sport.

Ricaviamo un breve passaggio dal sito sportregiatv.it che riporta considerazioni di Giancarlo Tomassetti: “La ripresa sportiva riesce a raccontare quanto lo spettatore non riuscirebbe mai a vedere (…) e nelle situazioni che si presentano contemporaneamente in luoghi diversi (una corsa automobilistica). La sfida del regista sportivo è quella di fare racconto dell'invisibile e del simultaneo, del programmato e dell'estemporaneo, facendo chiarezza dei fatti.”. E più avanti “Quella dei Gran Premi di F1 è una ripresa complessa, che all'epoca comportava il maggior numero di telecamere a disposizione di un  regista.” Il numero di telecamere oggi disponibili per la regia è notevolissimo perché considerando le camera-car parliamo di alcune decine di fonti di ripresa video.

Cosa significa “il racconto dell’invisibile e del simultaneo?” Noi spettatori vogliamo che la telecamera segua al nostro posto ciò che noi non riusciremmo a  vedere. I registi di un Gran Premio di F1 scrivono la trasmissione televisiva in diretta insieme al telecronista.

Prendendo spunto dal libro di Giancarlo Tomassetti “La regia televisiva dello sport”, apprendiamo che in occasione di un Gran Premio operano più registi, di cui uno decide effettivamente quali immagini ci vengono offerte in onda. Un secondo regista gestisce le inquadrature e un terzo regista si occupa della “variazione di sequenza”, cioè dello stacco tra le posizioni di testa e i “duelli a centro gruppo” e delle telecamere personalizzate. Un quarto regista segue le camera car e  le riprese dall’elicottero, che sono molto utili per completare la ripresa dalla pista e per seguire più situazioni di gara. Un quinto regista, da un’altra regia, segue le riprese dai box. Un sesto regista, non meno importante, cura la regia replay e i team radio. Un consulente segue sul “monitor tempi” l’andamento gara e un aiuto regista si occupa solamente della “grafica”.

La “grafica” si è molto evoluta dalle prime sovraimpressioni che erano fatte manualmente con la titolatrice elettronica (nota in Europa come “Aston”). Oggi la grafica è generata da potentissimi apparati dedicati il cui compito è presentare i dati forniti dal servizio di cronometraggio garantendo il continuo aggiornamento.

I team radio vengono preselezionati dalla FOM, con un ritardo di alcune decine di secondi, e se certamente la scelta cade su quelli più utili a “leggere” la gara alle volte ciò che viene proposto è utilizzato per fare spettacolo. E nello spettacolo rientrano i “porconi” in diretta televisiva o le canzoncine di Vettel vincente.

Dall’anno 2020, tutte le operazioni della regia FOM sono gestite in remoto dalla Gran Bretagna. Non c’è più quindi il “compound” (una cittadella in cui ruotano circa 400 persone). Lo staff alle prove di Barcellona era di 70 persone di cui 40 operative.

Probabilmente il futuro della trasmissione televisiva in F1 includerà il cosiddetto “virtual eye” con cui si ricostruiscono in grafica eventi di gara (nel Regno Unito si fa già) e ricordiamo qui in Italia il meritorio lavoro dellì’Ing. Fabiano Vandone che sfrutta la tecnica “virtual set” inserendo il cronista nella visualizzazione virtuale per fare comprendere, ad esempio, gli aspetti più particolari di questo sport e coinvolgere il pubblico.