di Piero Giuseppe Goletto

Il GP d’Australia dà delle risposte alla Ferrari ma propone nuove domande. La Ferrari è perfettamente in grado di essere superiore alla Mercedes solo che vengano risolti i problemi di affidabilità.

 A Maranello chi non è sereno è Vettel; Hamilton è la sua bestia nera (il tedesco reagisce male ai sorpassi dell’inglese) e per di più è arrivato in casa un nuovo ragazzo (Leclerc) che ha corso un Gran Premio da vero campione dimostrando una solidità mentale non comune.Chi ha avuto una fortuna sfacciata è la Mercedes e non c’è bisogno di dire perché. Con il risultato del Sakhir i grigi fanno bottino pieno e questo peserà a fine stagione. Anche perché nel vocabolario di Lewis Hamilton non sono contemplati il verbo “mollare” e sinonimi. Hamilton fa un gesto di classe nei confronti di Leclerc, ma va detto che l’inglese è sempre stato pronto a riconoscere i meriti di chi si è fatto strada per capacità. C’è da rimarcare la sfortuna che ha colpito, a tre giri dalla fine, la Renault, con il ritiro sia della vettura di Hulkemberg sia di quella di Ricciardo. Ben diverso il quadro per Albon, nuovo pilota della Toro Rosso, che dimostra di poter andare a punti e più in generale per la McLaren che centra con tutte e due le vetture la Q3. Qui risulta importante la posizione di Lando Norris che seppure perde posizioni al via riesce a recuperare finendo sesto con una buona strategia e quella di Kimi Raikkonen che, dato anzitempo per “vecchio” e “bollito” agguanta una buona settima posizione per l’Alfa.Adesso le domande sono: la Ferrari ritroverà già in Cina la piena affidabilità? E se sì, quanto è realmente il vantaggio della Rossa rispetto alla Mercedes? Può la Renault recuperare da un inizio di stagione almeno difficile? Si riconfermerà la McLaren? In che condizioni di spirito è Vettel? Riuscirà Leclerc a vincere la sua prima gara?

 

di Piero Giuseppe Goletto

Il Gran premio d’Australia ci consegna un inizio di stagione con una netta superiorità Mercedes, un motore Honda che sembra avere trovato l’affidabilità e le prestazioni sin qui mancate, l’eccellente prestazione di Lando Norris (che arriva in Q3 e chiude con un buon 12° posto) e purtroppo una Ferrari in difficoltà.

Il Team Mercedes ha dimostrato una forza che i test spagnoli non dimostravano essere così appariscente.

Può essere che in Valtteri Bottas si sia sbloccato qualcosa che gli permette di essere più determinato e aggressivo. Può essere che la vittoria del finlandese sia da ascrivere all’errore fatto in partenza da Hamilton.

In effetti, Lewis Hamilton in occasione delle ultime 8 pole position ha finalizzato solo due volte con la vittoria del gran premio.

Quanto alla Rossa: l’impressione è la partenza di questa stagione – che sarà lunghissima – sia stata balbettante.  Sicché Vettel, terzo classificato, ha pagato 57 secondi da Bottas.

Una spiegazione, rilevante su qualunque F1 e in particolare su una vettura per molti versi estrema, potrebbe essere da ricercare nella configurazione aerodinamica.

Il carico aerodinamico di una F1 dovrebbe essere costante lungo il tracciato, e crescere con l’aumentare della velocità. Se questo non accade, il pilota può ritrovarsi con un veicolo difficile da guidare.

Di certo sono state rilevanti le scelte conservative adottate a partire dal 30° giro nella gestione del motore; a tal proposito ricordiamo che durante le prove al Montmelò si erano registrati problemi al turbocompressore.  Rammentiamo che sono disponibili 3 unità motrici per una stagione di 21 gare.

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