Il primo Gran Premio che avesse la parvenza di somigliare a quelli attuali si corse nel giugno del 1906, ma solo nel 1950 si inaugurò un Campionato del Mondo di Formula 1 basato su un calendario di gare che assegnavano punti.
Il motore dell’Alfa Romeo 158 con cui Nino Farina vinse il primo campionato del mondo di Formula 1 aveva una cilindrata di 1.500 centimetri cubici e un frazionamento in 8 cilindri. Era stato anche prestato alla Scuderia Ferrari di Modena nel 1937 (per chi non lo sapesse, originariamente la Scuderia Ferrari stava all’Alfa Romeo come Mercedes AMG di F1 sta alla Mercedes oggi ed Enzo Ferrari cominciò come il “Toto Wolff” della Scuderia Ferrari).
AlfaRomeo 158
Il motore fu disegnato sulla base di un progetto di Vittorio Jano, altro grande progettista dell’Alfa Romeo, collocando le valvole sulla testata.
Il motore era collocato nella parte anteriore della vettura, a differenza di quanto avviene con le F1 attuali, perché si pensava che la trazione dovesse essere anteriore per trainare la vettura e non spingerla.
Tra le vetture che si contrapponevano all’Alfa Romeo vi era la Ferrari 125. Frutto di un progetto di Gioachino Colombo. Anche qui si era di fronte a un motore di 1500 centimetri cubici in lega di alluminio con due valvole per cilindro di 60° progettato in modo da potervi inserire una testata modificata per migliorare la combustione (il tema della combustione nei motori di f1 è fondamentale ancora oggi). Il basso regime di rotazione (7.000 giri al minuto) consentiva di raggiungere un’alta affidabilità.
Questo motore venne sostituito poi dal motore 375. Gioachino Colombo era ritornato all’Alfa Romeo, sicché questo motore venne progettato da Aurelio Lampredi e la sua cilindrata era stata portata per via dei nuovi regolamenti a 4500 centimetri cubici.