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Lys Gomis: vincere le dipendenze

6/08/2024 | Intervista

di Alessandro Claudio Giordano

Quella di Lys è una storia importante da raccontare perché affronta uno degli aspetti difficili della nostra quotidianità a volte comune: la dipendenza. La sua dipendenza, droga o alcool, o tutte e due non ha età ed i tempi di recupero e riabilitazione sono del tutto soggettivi. Lys è stato prima una promessa e poi un campione del nostro calcio. Una famiglia, la sua di portieri. come lui si sono affacciati al calcio professionisti con buoni successi anche i fratelli Alfred e Maurice. Nel 2007 è stato premiato come miglior portiere del Torneo di Viareggio, poi la serie A con il debutto in granata a cui sono seguite le esperienze ad Ascoli, Ferrara con la Spal, Trapani, Frosinone, Lecce, Poli Timisoara, Lecce, Paganese, Teramo sino alle ultime esperienze nel calcio minore. Tre le sue presenze nella nazionale del Senegal. Purtroppo gli infortuni ne hanno condizionato il percorso professionale al punto di mandarlo in depressione e questo è stato uno dei fattori scatenanti che ha portato Lys ai margini ed ha provocato i problemi di dipendenza che ha saputo gestire e risolvere con pazienza e l’aiuto di una comunità e di un gruppo di persone che lo hanno aiutato. Oggi è una persona diversa, l’impegno ed i risultati lo hanno reso un esempio positivo per chi è ancora in difficoltà o chi ha da iniziato la battaglia ed il cammino verso il recupero.

Lys e Natasha Benincasa

Lys commenta “Dopo aver finito di giocare ho avuto problemi di droga ed alcol. Nonostante tutto sono riuscito a recuperare e ribaltare la situazione della mia vita. Ho lasciato da una parte l’essere calciatore, ed ho pensato più all’uomo. E “questo uomo”, mi dice di aiutare gli altri. Oggi io resto qui ed aiuto all’associazione Narconom, perché credo di poterlo fare. L’associazione lavora bene, aiuta le persone con problemi di tossicodipendenza non dandogli farmaci sostitutivi, ma prodotti naturali associati a processi pedagogici che spingo la persona a liberarsi delle dipendenze in maniera autonomia. Poi, Santina Lombardo che ama follemente quello che fa trasmette l’amore per il suo lavoro ed è fantastico imparare lottando contro me stesso mi sono evoluto nella versione più bella di me.

D. – Come pensi di supportare l’attività dell’associazione?
R. – Il mio scopo adesso è andare tra la gente e fare prevenzione. La droga fa male. Io posso dirlo e io mi sono salvato grazie a Narconom

D. – In cosa consiste questo percorso?
R. – E’ un percorso comunque molto impegnativo. I ragazzi che lo affrontano non avranno tv o telefoni, ne avranno contatti esterni per potersi concentrare la loro vita su se stessi. Poi il passaggio sauna per liberare il corpo dalle tossine. Poi andranno in classe per confrontarsi con se stessi, con i loro problemi. Capire la causa che li ha portati alla droga. Trovare il punto di rottura. E cercare di fare una selezione tra ciò che può aiutarli e ciò che li danneggia, rispetto alle linee che Ron Hubbart ha dato.

D. – Quali sono le prerogative del tuo impegno?
R.- Mi impegno su questo progetto e ci metto la faccia perché ci tengo a farlo. Questa è per me la missione di vita e di sopravvivenza. Lavorerò con loro in appoggio ai ragazzi ed alle loro famiglie e nel cuneese lavoro con “La via della felicità” dove si fanno progetti per la città. Io anche lì sarò in prima linea cercando di essere di esempio. Adesso tocca a me e sarò io a muovermi senza aspettare altri. Credo nel destino. Ed il destino mi ha fatto venire qui e incontrare Natasha come nostra direttrice una personalità che mi sprona ogni giorno a dare il massimo anche quando credo sia impossibile e tutto senza volere in cambio nulla anzi solo che io sia felice e che sia un uomo migliore”. So che per me lei ci sarà sempre e io ci sarò sempre per lei.

Lys con Claudio Balestra portavoce di “La via della Felicità”

Lys sottolinea ancora“…La mia famiglia e i miei amici da mio cugino Mamadou Diallo ad Elena Rovera e Alessandro Crisci. Ripeto continuerò a lavorare qui con loro ed entrerò nello staff per essere un esempio andando a fare prevenzione nelle scuole nei centri sportivi ovunque facendo portavoce di sanità ora so cosa farò della mia vita la dedicherò ad aiutare me stesso e gli altri…credo che possiamo rendere il mondo migliore avendo ora non aspettando che siamo gli altri. Questo staff per me è famiglia” . Oggi mio padre sarebbe orgoglioso di me. Tutto può succedere ma se tu vuoi cambiare e ci riesci diventa più bello. In fondo potrò dire che nonostante mi sia capitato tutto questo, io c’è lo fatta. Non mi sono pianto addosso ed ho voluto accettare di cadere e rialzarmi non è stato facile ho pensato di mollare ma ho deciso di vincere. Scriverò un libro, cercherò di raccontare la mia esperienza, gli ostacoli che ho dovuto affrontare e superare e la nuova vita così come mi si prospetta. In fondo mi sento di essere un esempio positivo.

Il gruppo staff Narconon Piemonte è un gruppo famiglia da Stefano Tosco, Kristijan Gocev, Francesco Cepparulo, Barbara Burzio, Silverio Marcoccia, Daniele Libberanome, Emiliano Granato e Lorenzo Pedan

Ecco le prerogative su cui Il gruppo Narconon Piemonte si muove:
“Non ci sono dubbi: il consumo di droga è un’epidemia planetaria. Sappiamo che se hai un problema di dipendenza, o se lo ha qualcuno che conosci, stai vivendo un incubo.
Al centro Narconon, non crediamo che un tossicodipendente rimanga tale per tutta la vita. Non crediamo che la tossicodipendenza sia un male incurabile. Crediamo nel miglioramento.
Crediamo che una persona intrappolata nella spirale discendente del consumo di sostanze stupefacenti possa riprendersi la propria vita e vivere libera dalla droga. Come? Il programma Narconon è differente.”

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