E cosa vuoi dire a uno come Hamilton?

di Piero Giuseppe Goletto

Questo articolo l’avevamo “in canna” già una settimana fa, quando in Messico si prospettava per Lewis Hamilton la possibilità di vincere il suo sesto campionato del mondo di F1. Hamilton si pone immediatamente dietro a Schumacher (7 mondiali) e davanti a Fangio (5 mondiali), Prost e Vettel (4 mondiali), Senna (3 titoli).

Ci sono solo due piloti nella storia della F1 ad avere conseguito un risultato così eclatante. Dopo il GP degli Stati Uniti Hamilton registra 83 vittorie in 248 gran premi disputati (33,5%) mentre Schumacher 91 vittorie in 306 gran premi (29,7%). L’asso inglese si è presentato 150 volte sul podio (60,5%) mentre il suo omologo tedesco 155 volte (50,6%).

In tredici stagioni, Hamilton è per 6 volte campione del mondo e per 2 vice campione del mondo. E se un vero campione – seppur oggi in difficoltà - come Sebastian Vettel gli rende omaggio è giusto che anche chi scrive, umile commentatore, si tolga il cappello di fronte al campione inglese.

 

Le statistiche non dicono tutto e soprattutto non permettono di rendere il dovuto omaggio a tre grandi campioni: Hamilton, appunto; Schumacher, la leggenda da battere; Niki Lauda, scomparso quest’anno. Tutti e tre hanno in comune un punto: hanno saputo creare e usare il pacchetto migliore.

 A proposito di Lauda, Hamilton gli rende omaggio con una stupenda dedica: “Questa stagione è per Niki Lauda, mio amico e incredibile mentore che abbiamo perso durante l’annata. Lauda ci ha trasmesso il suo coraggio e la sua determinazione. Questo titolo è per te Niki. Continuerò a renderti orgoglioso”.

Ci pare interessante citare Toto Wolff che dichiara “Penso che [Hamilton] sia ancora molto motivato e puoi vedere che vuole vincere ogni singola gara. Finché è così, penso che possa fare di più.”