di Paolo Riba

E' lei la regina delle pedane dei Palaindoor e delle piste sintetiche dei Campionati Italiani Master.


173 cm di eleganza sempre immortalata dai fotoreporter accreditati (e dai Gualtiero Marastoni di turno) pronti a cogliere ogni sua azione o bel gesto atletico sopra l'asticella dell'alto o nel salto triplo.

 


Capelli lunghi biondi tesserata alla "Vittorio Alfieri" di Asti del presidente Silvia Binello continua da anni a collezionare medaglie, podi e titoli italiani. La sua medaglia piu' importante e' quella recente dei Mondiali autdoor di Lyon 2015 nel salto triplo ripresa dopo uno stop per infortunio.
Una trentina i titoli Italiani.
Un palmares da incorniciare:
Campionessa Europea indoor a Gent nel salto in alto.
Argento ancora a Gent negli Europei Indoor nel salto triplo ( miglior prestazione italiana con 10,10 metri)
Argento Europei indoor a San Sebastian nel triplo
Argento Europei Indoor a Tourun nel triplo
Argento Europei Indoor a Jyvaskila nel triplo
Argento mondiali autdoor di Lyon nel triplo (anno 2015)
Bronzo Europei Indoor di Ancona nell'alto (anno 2016)


"Ho iniziato a fare atletica a 12 anni con la disciplina del salto in alto - racconta Francesca Yuri - raggiungendo la misura di 1,75 (ndr tra le prime dieci in Italia) risultato raggiunto con l'allenatore Walter Rizzo" 
Ora il suo padre spirituale e mago e' l'ex campione italiano Piercarlo Molinaris (7,78 nel lungo) ex nazionale e ora atleta master.
5 allenamenti alla settimana, quasi tutti mirati al mantenimento muscolare per evitare traumi ed infortuni nello specifico, pesi, isometria, potenziamento dinamico, qualche seduta di velocita' e pochissima tecnica. 
"I salti li teniamo per le gare".
Introdotta nel mondo dell'atletica dal professor Follis in occasione dei Giochi della Gioventu' che un tempo erano un cosa seria.
Il distacco dal campo e dall'ambiente non c'e' mai stato, con noi spesso si allena anche Andrea Fassio (decatleta con risultati di buon livello tecnico).
Possiamo dire che la pista e le pedane per la Yuri sono la sua seconda casa dove condivide gli allenamenti con le sorelle Stefania e Antonella Giulivi, il presidente Silvia Binello, Bruna Spano, Claudia Solaro e la compagna del salto in alto Fulvia Rocca.
Programmi per il 2018 ?
Sicuramente Ancona, una vetrina importante dove di esibira' a Febbraio nell'alto e nel triplo. 
Poi se tutto andra' bene gli Europei Indoor di Madrid a marzo (alto e triplo).
Poi la ripresa delle gare all'aperto dove tutto sara' focalizzato sui Cds dove la forte compagine artigiana si giochera' anche quest'anno la stagione.

di Paolo Riba

Ci troviamo di fronte ad uno dei piu' eclettici e formidabili specialisti della "Granda" l''ultramaratoneta Paolo Rovera (classe 1974) con l'appellativo di "magico" Chersogno.

Lui questa cima della Valle Maira l'aveva gia' scalata a soli 8 anni e da allora ogni anno dedica una giornata per ritornare lassu'. 
"Perche' ho trascorso le estati della mia infanzia - dice il dronerese - ai suoi piedi (nella casa dei nonni a San Michele Prazzo) ed e' sempre stato per me un luogo magico e un punto di riferimento. Anche la casa dove vivo a Dronero - continua il fenomeno della "Drago Nero" (presidente Graziano Giordanengo) l'ho scelta anche perche' riuscivo dal balcone a vedere il "mio" Monte.

Dopo aver praticato sport di squadra a livello ricreativo giovanile Paolo Rovera approda all'attivita' agonistica nel 1997 quando, quasi per scommessa con un amico decide di prendere parte alla granfondo ciclistica Fausto Coppi. Seguiranno altre sei partecipazioni con miglior risultato un 30mo posto nell'edizione 2002 (quella in cui arrivarono solo 32 concorrenti a causa nevicata sul Colle di Sampeyre). 


Nel 2001 affronta la sua prima maratona, quella di Firenze. L'anno dopo ripete l'esperienza con quella di Milano. Nel 2003 si dedica all'endurance in bici da corsa partecipando alle randonneés ciclistiche per il conseguimento della qualificazione a quella che viene considerata, per la sua cadenza quadriennale, l'Olimpiade del ciclismo amatoriale: la Parigi-Brest-Parigi, in gara unica di 1246 km.

Nel 2004 decide di concedere riposo "aerobico" al suo fisico e si dedica al culturismo, dapprima prendendo il diploma di istruttore di body building e successivamente di personal trainer e poi sperimentando su se stesso quanto appreso partecipando alle qualificazioni per il campionato italiano nella sua categoria "altezza/peso". Si classifichera' 5° alle finali di Cosenza.

 

In seguito Paolo Rovera torna alla sua amata corsa partecipando alla Maratona di New York e ad altre minori. Nel 2006 porta a termine quella che e' definita la piu' dura gara di corsa a tappe esistente: la Marathon des Sables.
Il 2007 e' l'anno della mountain bike prendendo parte all' Iron Bike la competizione piu' dura al mondo in questa specialita'.
Nel 2008 si dedica al trail running partecipando all'Ultra-Trail du Mont Blanc. 
Nel 2009 Paolo Rovera ritorna alla corsa di endurance su strada partecipando alla 100 km di Rimini (2° posto in 7h53'), alla Spartathlon (Atene-Sparta 246 km) e alla 24 h su pista di Barcellona (2° posto con oltre 232 km percorsi che gli valgono la convocazione nella Nazionale Italiana 24 h di cui fa tutt'ora parte).


Nel 2010 con la Nazionale Italiana partecipa al Mondiale 24 h a Brive in Francia (242,863 km 19° assoluto. Medaglia oro a squadre europeo e medaglia argento a squadre mondiale). 
Partecipa alla "Ottobre" di Capraia vincendola e realizzando il record della manifestazione tuttora imbattuto ( 93,250 km ) e alla Ultramaratona del Gran Sasso con un superlativo 2° posto.
Nel 2011 si aggiudica la sei ore di Milano, rivince la Ottobre di Capraia e conclude al 2° posto alla 6 ore di Curinga. Idem 2° alla 100 km Torino-SaintVincent (piazzamento che gli vale il titolo di campione regionale).
Nel 2012 vince il titolo di Campione Italiano di categoria specialita' Ultratrail partecipando all' Abbot's Way, diventa campione italiano di 24 h vincendo la gara di Milano. Subito convocato per il mondiale 24 h a katowice (Polonia) dove si piazza con 241,538 km al 18° posto assoluto.
Vince inoltre il titolo di Campione Italiano categoria (MM 35) di 100 km alla Torino-SaintVincent.
Nel 2013 vince la 100 km di Torino e partecipa al Mondiale di 24 h a Steenbergen in Olanda dove con 230, 292 km vince il bronzo europeo a squadre e il bronzo individuale di categoria (M35).
Nel 2014 si concede un anno sabbatico a causa di alcuni infortuni, tra cui una spalla rotta per aver "centrato" un cinghiale con la bici da corsa.
Nel 2015 partecipa al Mondiale 24 h di Torino dove risulta il miglior italiano (18° assoluto con 243,688 km)
Nel 2016 viene convocato come Capitano e partecipa al Campionato Europeo 24 h ad Albi in Francia dove conclude al 23° posto.
"Ho fatto un po' di tutto è tutto mi e' servito come arricchimento personale - conclude con umilta' sorridendo Paolo Rovera - non ho grandi risultati (? ndr) ma due enormi soddisfazioni , l'aver indossato sei volte la maglia azzurra (di cui le ultime due da capitano) e di non essermi mai ritirato da nessuna competizione".

di Paolo Riba

Non posso fare a meno di parlare di quel gruppo storico della classe 1955 che vinse i campionati provinciali studenteschi nel 1974.

In primis per l’amicizia che si è creata nel tempo tra di loro con le varie partecipazioni alle mie “rimpatriate” e poi perchè  gli  “studenteschi” allora erano una cosa seria, una manifestazione molto partecipata, alla quale nessuno poteva sfuggire se frequentava le scuole superiori,  dalla quale era abbastanza naturale che emergessero  campioni  o perlomeno buoni atleti. Di alcuni di essi  abbiamo  già scritto: Alberto AnelloLuciano Ferrero.  Di altri lo farò presto.

Ma in particolare mi sento in dovere di  soffermarmi per sottolineare la grande passione di  Paolo Fissore  da Savigliano che una traccia indelebile l' ha sicuramente lasciata nella storia dell'atletica leggera della granda pur non costituendo un esempio di continuità agonistica come Luciano Ferrero, egli  rappresenta invece un caso di versatilità sportiva. E’ lui stesso a raccontare: “ nel 1974 ho vinto il titolo provinciale studentesco  nel salto in lungo con la misura di metri 6,60. Nel  2016, esattamente  42 anni dopo ho conquistato  il titolo provinciale sui 5000 metri di marcia master coronando una stagione notevole per risultati  che mi ha portato a conseguire anche il titolo italiano di categoria master ’60 a Catania nella 20 km su strada  e l’argento ai campionati italiani indoor master ad Ancona sui 3000 mt in pista coperta. La FIDAL provinciale per questo mi ha fatto dono di una targa ricordo che conservo con orgoglio.”

Paolo Fissore in azione al Trofeo Frigerio 2016 di marcia (sui 5 km su strada) che si svolge ogni anno a Lomello in provincia di Pavia

Ma andiamo con ordine.  Paolo Fissore, nel salto in lungo, dopo aver conseguito il suo massimo risultato con la misura di metri 6,84 l’anno successivo al titolo studentesco,  con l’iscrizione al politecnico di Torino, decide di smettere l’attività agonistica rinunciando anche all’opportunità  di svolgere il servizio militare in un gruppo sportivo in quanto beneficiario del rinvio per motivi di studio. L’atletica per Paolo resta una passione ma con interruzione della frequentazione delle piste e delle pedane. Un brevissima parentesi agonistica si ripresenta dopo la laurea in architettura , durante il servizio militare. Paolo partecipa occasionalmente ai campionati militari della regione nord-ovest a Bergamo conseguendo un buon piazzamento (2°).

Contestualmente all’inizio dell’attività lavorativa come architetto libero professionista  la pratica sportiva  diventa saltuaria e imperniata prevalentemente sulla bici da corsa, sull’escursionismo alpino e sullo sci di fondo.  L’apprendimento della tecnica classica prima e del passo pattinato poi  avvicina Paolo alle competizioni  di gran fondo  dove partecipa a due edizioni  della Promenado della Valle Stura senza peraltro brillare particolarmente (me lo ha detto lui) ma concludendo dignitosamente il lungo percorso.

la premiazione del Campionato Italiano Master della 20 km di marcia (Catania 2016). Paolo Fissore al centro con la maglia tricolore di campione italiano SM 60. (2° a sx il lombardo Moretti, 3° a dx il toscano Tamburini)

Al compimento del mezzo secolo, sull’onda delle mode del periodo, Paolo decide di dedicarsi al podismo  ma, dopo un inizio incoraggiante, una serie di  problemi  lombari (la schiena!) lo allontanano nuovamente dalla pratica atletica.

Sarà solamente nel 2007, dopo essere venuto a conoscenza di una nuova pratica di fitness aerobico come la camminata nordica, scoperta per caso durante una vacanza trascorsa in Trentino, che Paolo  comprenderà le potenzialità salutistiche e rigeneranti  della stessa al punto di diventarne  egli stesso istruttore secondo le metodiche “tedesche” dell’ANI-INFO Associazione Nordic- fitness Italiana.

Da questo momento Paolo Fissore riprende con vigore l’impegno sportivo e attraverso la nordic walking diverrà istruttore nazionale con riconoscimento da allenatore specialista in ambito FIDAL prima (con la SINW) e successivamente da parte dell’EPS  MSPI-CONI (con la NWA).  Nel 2009 è tra i fondatori della ASD Nordic Walking Monviso  che nel volgere di pochi anni inizia alla tecnica della camminata nordica circa 500 persone organizzando corsi base, manifestazioni, eventi e serate dedicate alle tecniche di cammino per il benessere dei praticanti.

Sarà la stessa ASD NW Monviso ad introdurre tra i soci anche la camminata con tecnica Fitwalking metodo Damilano.  Per Fissore  l’insegnamento e la pratica personale del fitwalking metodo Damilano lo avvicinano agli “inventori” dello stesso, Maurizio e Giorgio Damilano, marciatori di levatura mondiale,   aprendogli la strada alla pratica più recente della marcia atletica  che costituisce  l’evoluzione tecnica ed agonistica del cammino “sport style” proprio del metodo inventato dai marciatori di Scarnafigi.

E’ stato “amore a prima vista” ci ha raccontato Fissore  e con la pratica della marcia sono arrivate anche le soddisfazioni  e gli stimoli a fare sempre meglio, naturalmente nell’ambito della categoria di appartenenza.

Fissore ci ha rivelato che la recente passione per la marcia in provincia è ampiamente condivisa da un gruppo di atlete masters bravissime, sotto la guida di un allenatore, ex maratoneta e attuale valente marciatore, Sergio Ansaldi, padre fra l’altro di due promettenti atleti come Daniele -1h 10’ alla recente mezza maratona di Milano-  e Martina, marciatrice anch’ella di belle prospettive che fanno tutti parte dell’Atletica Fossano ’75 del Presidente Paolo Braccini.

Da affezionato cultore dei “bei tempi andati”  ho voluto chiedere ancora un ricordo a Paolo dei suoi trascorsi da lunghista:

“ricordo molto bene la finale del campionato studentesco 1974: ero in forma strepitosa  e per giunta senza l’assillo di un avversario fortissimo come Albino Gualandi  di  Bra che in precedenza  (era un anno avanti a scuola) mi aveva sempre battuto. Nei salti di riscaldamento che precedettero  la finale mi sono espresso con due prove che facevano presagire un grosso risultato; qualcuno in tribuna sussurrava che perfino il record provinciale di metri 6,91 conseguito nel 1963 da Antonio Busso poi vincitore della finale Nazionale studentesca Roma,  era in pericolo. Nella gara ho conseguito invece tutte misure modeste ad eccezione del salto finale che ha ridato dignità alla mia vittoria con la misura di metri 6,60. Niente record però. Credo che il 6,91 “studentesco” di  Busso resista tutt’ora. Né l’olimpionico Attilio Bravi, e neppure l’ottometrista Stefano Dacastello, da giovani studenti sono riusciti a fare meglio di Lui”

Grazie al prezioso volume curato da Autori Vari “Dallo sport nella scuola alle vette del mondo” Fenoglio editore, Mondovì 2002 ho estrapolato le prime 10 migliori misure studentesche  nel salto in lungo, a conferma di quanto testimoniato da Paolo Fissore:

  1. Antonio Busso, 1963 mt. 6,91
  2. Loris Bravi, 1987 mt. 6,66
  3. Franco Gelli, 1966 mt. 6,62
  4. Giacinto Lombardi, 1957 mt. 6,60
  5. Paolo Fissore, 1974 mt.6,60
  6. Osvaldo Pelissero, 1985 mt. 6,59
  7. Albino Gualandi , 1972 mt 6,54 (la stessa misura e vittoria conseguita anche nel 1973)
  8. Attilio Bravi, 1952 mt. 6,41
  9. Guido Racca, 1959 mt. 6,41
  10. Riccardo Dalpozzi, 1976 mt. 6,39

             Nb.

  • Attilio Bravi, classe 1936, è stato sette volte campione italiano assoluto nel salto in lungo (miglior misura mt 7,69), oro alle Universiadi del 1959 e 10° alle Olimpiadi di Roma 1960
  • Stefano Dacastello, classe 1980, primo lunghista della provincia a superare gli otto metri (campione italiano assoluto in tre occasioni con pb di mt. 8,17) da “studente” conseguì la vittoria nella categoria allievi degli studenteschi provinciali nel 1997 con la misura di mt. 6,26

di Paolo Riba

Volentieri pubblichiamo alcuni graditi pensieri che gli amici e compagni di gara di Walter Merlo hanno voluto trasmettere alla sorella Myriam per oltre un decennio responsabile dell'ufficio segreteria dell'Asd Atletica Cuneo.
Due amici ma con differenti modi di interpretare l'atletica: "E' stata lei ha cercare me - diceva il cuneese scoperto all'oratorio da Sergio Torelli - non io a cercare l'atletica che inizialmente mi annoiava, mi divertivo solo quando vincevo"

Stefano Mei e Walter Merlo


Walter Merlo di Confreria, frazione di Cuneo era istintivo, irrequieto, introverso poco disponibile a chi non gli era simpatico. Solo a 17 anni ha cominciato a fare sul serio e nel corso dell'anno successivo ha conquistato ben 4 titoli nazionali. Era considerato l'erede del conterraneo Franco Arese. Nell'84 fu il miglior azzurro al mondiale giovanile di Cross a East Rutherford dove si piazzo' 18 mo e a fine stagione ottenne il miglior tempo mondiale dell'anno sui 10.000 in 29'39"e 4.
Il "capellone" piemontese rimasto in maglia azzurra fino all'89 collezionando 16 presenze non e' riuscito a confermare le belle speranze che nutriva in lui tutto il mondo del podismo azzurro per colpa degli infortuni ma anche del suo carattere bizzarro e imprevedibile che lo aveva reso simpatico ma "indisciplinato"animatore dei raduni azzurri.
Alessandro Lambruschini buona promessa del calcio esordiva nel mondo dell'atletica in occasione dei Giochi della Gioventu'. Portato alla corsa dal Pesciano Pellegrini. In poco tempo stabilisce il record nazionale allievi dei 1500 siepi e conquista 4 titoli giovanili. Nella massima categoria sorprendenti responsi cronometrici negli 800 1500 e 3000 siepi.
Due diversi giovani, ma forti alla stessa maniera, ma a braccio di ferro non ha vinto nessuno dei due.

* la foto in copertina rintrae Alessandro Lambruschini e Walter Merlo